Natale 2014: Un Contrasto di Epoche

Addio, caro, vecchio Natale. Ricordi di un tempo lontano, avvolti nella magia silenziosa della neve e del gelo: il suono caldo delle zampogne, scese dalle montagne irpine, con i volti rosei dei suonatori, ricompensati con bicchieri di vino già a mezzogiorno, per la nenia natalizia suonata davanti all’albero o al presepe. Bambini chiacchieroni, madri affaccendate, padri allegri, nonni fumatori (lontano dai piccoli, s’intende!), nonne con lo sguardo perso nel bianco del marmo. Anguille e capitoni, struffoli fatti in casa, stelle filanti scintillanti, pastori dalle ceste, con arti rotti riparati con la colla. “Ma quando si mangia?” grida chi ha fame, mentre le melodie natalizie di Bing Crosby e Nat King Cole aleggiano nell’aria. Un vero caos! Oggi, enormi impianti audio, sparsi per i bar affollati, diffondono un frastuono assordante di chitarre elettriche, batterie e tastiere. File infinite di persone si muovono incessantemente, con bicchieri di plastica traboccanti di amari in una mano e smartphone o tablet nell’altra; si scontrano, si salutano con baci multipli, scambiandosi auguri veloci. Gli anziani si fanno strada con difficoltà, i bambini piangono nei passeggini, e un’aria di spensierata disattenzione pervade l’atmosfera. “Mi piace, non mi piace,” si scrive online, senza spiegazioni. Non sono né un nostalgico né un conservatore, anzi, sono un ottimista: non giudico il passato, ma cerco di comprenderlo per intuire il futuro, anche se non ho la capacità visionaria di un Jules Verne per immaginare via Barbarulo, Garibaldi e Matteotti nel 2030. Di certo non ci sarò, e mi dispiace un po’, perché più invecchio, più amo imparare, soprattutto dai giovani, per capire il mondo che verrà e il destino dei bambini di oggi. Un consiglio ai giovani: attenzione, meno superficialità, meno tempo su internet e TV, più riflessione e introspezione. Auguri! Aldo Di Vito