Il privilegio dell’immunità parlamentare è tornato a far discutere. Ricorda Sandro Pertini, un Presidente della Repubblica esemplare, la frase: “Chi ha la coscienza a posto cammina a testa alta”. A giudicare dalla proliferazione di scandali e dalla continua espansione delle tutele per i nostri rappresentanti, molti sembrano aver dimenticato questo principio. Le guardie del corpo abbondano, mentre i privilegi aumentano a vista d’occhio. Si pensi alle indennità parlamentari: a confronto, le mie meschine paghette liceali degli anni ’70 (50.000 lire mensili, 10.000 settimanali e 1.000 giornaliere) pallideggiano di fronte ai compensi dei deputati. Questi ultimi, oltre allo stipendio (o meglio, all’indennità, così definita per ridurre l’imposizione fiscale), ricevono finanziamenti per il gruppo e rimborsi spese, spesso utilizzati in modo discutibile, come dimostrano acquisti di beni di lusso, alimentari, e articoli di uso personale. Quale riforma radicale è necessaria per porre fine a questo stato di cose? Aspettiamo forse una rivolta popolare? * * * * *Grillo, con la sua affermazione “Non date all’Italia soldi UE, vanno a mafia e camorra”, si è espresso con la consueta veemenza. Un’uscita che, dopo l’alleanza con un gruppo europeo di dubbia reputazione, non fa che evidenziare l’ironia di una situazione dove personaggi così discutibili operano indisturbati. Le associazioni dei consumatori dovrebbero agire, richiedendo al leader del Movimento 5 Stelle un risarcimento per il danno d’immagine arrecato all’Italia. Anche la magistratura potrebbe intervenire d’ufficio. Ma, purtroppo, come sentenziò uno spregiudicato trafficante di esseri umani, con cinica rassegnazione: “Non preoccupatevi, siamo in Italia!”. E così sia.
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