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Il Grande Sarno: Rinviata la sospensione, ma la battaglia continua

“Un pareggio”, ha dichiarato Emiddio Ventre, presidente del Comitato “No Vasche”, commentando la recente decisione del Consiglio di Stato riguardo al progetto Grande Sarno. Il Consiglio ha accolto il ricorso della Regione Campania, annullando la sospensiva del TAR Campania del marzo 2014. Ventre sottolinea che la Regione ha enfatizzato la perdita di finanziamenti, apparentemente trascurando le conseguenze per la salute pubblica. La questione tornerà al TAR a ottobre, e Ventre chiama a raccolta le forze politiche ed economiche locali per contrastare il progetto.

L’argomentazione del Comitato si concentra sull’inquinamento del fiume Sarno, aggravato dagli scarichi illegali, soprattutto durante le piogge. Le vasche previste, sostiene Ventre, rappresenterebbero un rischio elevato di contaminazione da metalli pesanti delle falde acquifere, mettendo a repentaglio la fornitura idrica di numerosi comuni, in particolare data la vicinanza di importanti pozzi e sorgenti. Una Valutazione d’Impatto Ambientale carente, secondo il Comitato, ha ignorato questi aspetti cruciali.

Ventre sollecita un’azione unitaria, coinvolgendo cittadini e rappresentanti politici, per contrastare ciò che definisce una priorità economica (per la Regione) contrapposta ad una priorità ambientale (per il Comitato). Il costo elevato del progetto, con oltre il 70% destinato a lavori di movimento terra per la creazione di 96 ettari di invasi, viene considerato sproporzionato e inefficiente. Ventre cita l’assenza di simili opere su fiumi maggiori come il Po e il Tevere, meno inquinati e con caratteristiche idrogeologiche differenti.

Il Comitato propone alternative come il ripristino degli argini, il dragaggio del letto del fiume e l’allargamento del suo corso, soluzioni che considerano più sostenibili e meno rischiose per l’ambiente e la salute pubblica. Ventre mette in guardia contro gli elevati costi di manutenzione delle vasche, citando l’esempio di una precedente opera che ha richiesto ingenti spese di bonifica dopo solo dieci anni, ipotizzando costi futuri proibitivi per la pulizia dei 96 ettari previsti. La lotta prosegue, assicura Ventre, per il futuro delle generazioni a venire.

Redazione

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