Il Risorgimento Nocerino: Una Storia di Famiglia e Intraprendenza

Il Risorgimento Nocerino: Una Storia di Famiglia e Intraprendenza

“Gigi, dimmi una cosa,” mi chiese Vincenzo, un amico di vecchia data, “perché, tra tutte le pubblicazioni, hai scelto proprio il Risorgimento Nocerino?” Una domanda legittima, Vincenzo, che merita una spiegazione semplice ma dettagliata: una questione di famiglia. Intorno al 1922, il “Risorgimento Nocerino”, fondato dal Cavaliere Giovanni Zoppi, ambiva a conquistare una significativa presenza nella vita cittadina. Tuttavia, la sua sopravvivenza, dipendente da pubblicità e abbonamenti, era precaria e le pubblicazioni non sempre regolari. In quel periodo, un giovane nocerino d’adozione, Emanuello Ricciardi, con un nome insolito e un talento innato per gli affari, stava cercando la propria strada. Appassionato di giornalismo, conobbe Zoppi e, grazie alle sue doti commerciali, divenne un efficace agente pubblicitario per il giornale, assicurandone la stabilità economica e un futuro solido. Nel 1927, Ricciardi sposò Anna Contursi, una nocerina del quartiere Vescovado. L’amore per il “Risorgimento Nocerino” cedette il passo alla passione per Anna, e la coppia si trasferì a Montecarlo, dove Ricciardi avviò con successo prima un’attività di commercio di pasta italiana, poi di intermediazione nella vendita di ricambi auto, attività che prosegue ancora oggi grazie ai suoi discendenti. Intanto, il giornale prosperava, con una clientela pubblicitaria fiorente. Zoppi rimase per anni grato a Ricciardi per aver salvato la sua pubblicazione. Anna Contursi, nata nel 1905, era mia prozia, sorella di mia nonna. E a quanto pare, mio zio “Manuele,” così lo chiamavano i nipoti, ha lasciato una sorta di eredità. Il desiderio di rilanciare quel progetto nacque prima ancora che conoscessi questa storia, grazie al racconto di Ciro Palumbo, nipote di Ricciardi, oggi quasi ottantenne, che ha ereditato e tramandato l’attività di famiglia.