Il Comitato “No vasche” si prepara alla battaglia legale: il Tar deciderà il 13 marzo

Il presidente del Comitato, Emiddio Ventre, in un’intervista rilasciata al nostro giornale, ha anticipato le argomentazioni che saranno presentate al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) giovedì 13 marzo. La Regione ha indetto una conferenza di servizi per il 18 marzo, volta all’installazione di circa dieci stazioni di monitoraggio della qualità delle acque fluviali. Questa iniziativa, secondo Ventre, sembra mirata a compensare la grave carenza di dati presenti nello Studio di Impatto Ambientale (SIA), documento pubblicato il 2 luglio 2013, che ha costituito la base per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e ha ricevuto parere favorevole con una sola prescrizione: la verifica della compatibilità ambientale prima dell’attivazione delle opere di laminazione e derivazione. Le stazioni di monitoraggio, dunque, dovrebbero garantire tale compatibilità. Ventre esprime il suo dissenso per diversi motivi. In primo luogo, la società Arcadis sostiene di aver monitorato la qualità delle acque per dieci anni, e che i dati ottenuti, inseriti nel SIA, hanno supportato la progettazione delle vasche di laminazione e della seconda foce. In secondo luogo, a causa della mancanza di dati nel SIA, le Procure di Nocera e Avellino hanno aperto un’inchiesta per omissione di dati e falso in atto pubblico, inchiesta tuttora aperta. Terzo, i dati avrebbero dovuto essere inclusi nel SIA per permettere alla commissione VIA una valutazione completa degli impatti ambientali e sanitari futuri dell’opera. In conclusione, Ventre ritiene inaccettabile che si intenda compensare una mancanza di dati nel documento VIA con monitoraggi successivi, soprattutto considerando che la stessa Arcadis dichiara di aver effettuato e riportato monitoraggi a pagina 59 del SIA. Mentre tali argomentazioni potrebbero influenzare i decisori politici, Ventre confida nella capacità dei giudici di valutare oggettivamente la situazione. Le immagini scattate a Casarzano il 5 marzo, che mostrano il fiume nero a seguito di un temporale e del conseguente afflusso di reflui di dubbia provenienza, dimostrano chiaramente la qualità delle acque in condizioni di pioggia intensa. Per poter utilizzare i dati di questa nuova rete di monitoraggio a supporto del progetto, Ventre ritiene necessario un monitoraggio continuo 24 ore su 24 per almeno un anno, una revisione completa dello Studio di Impatto Ambientale con i nuovi dati raccolti, e una nuova Valutazione di Impatto Ambientale. Solo allora, a suo avviso, si potrà ridiscutere la fattibilità del progetto.

Redazione

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