Numerose opere apocrife riportano presunti avvistamenti di oggetti volanti non identificati. Queste narrazioni, spesso datate, potrebbero essere state alterate nel tempo, reinterpretate con una chiave mistica e, infine, attribuite a figure bibliche per accrescerne l’autorevolezza. Tuttavia, un’analisi più approfondita potrebbe svelare una verità ben diversa. In precedenti studi, abbiamo evidenziato la ricorrenza di riferimenti a fenomeni aerei anomali nella tradizione ebraica e nella documentazione storica del Vicino Oriente antico. Molte altre testimonianze, estrapolate dal loro contesto originale e rivisitate in chiave mistica, potrebbero nascondere eventi sorprendenti. Anche se non tutte appartengono alla tradizione ebraica, i cosiddetti “vangeli apocrifi” (scritti non inclusi nel canone biblico) offrono spunti interessanti agli studiosi di ufologia. Negli ultimi decenni, un gruppo selezionato di esperti internazionali ha sostenuto che almeno il 90% degli scritti neotestamentari rifiutati dalla Chiesa possiede una credibilità comparabile a quella dei testi ufficiali. Questa posizione ha provocato accesi dibattiti, e non è un segreto che molti testi apocrifi, inclusi i Rotoli del Mar Morto, sono rimasti nascosti a lungo per evitare la divulgazione di contenuti considerati esplosivi o eretici. È importante notare che molti di questi testi, che presentano presunte prediche di Gesù o versioni alternative di eventi neotestamentari, sono stati inventati o manipolati nel corso dei secoli da gruppi gnostici e filosofici, estranei all’ebraismo delle origini (esistono addirittura vangeli neoplatonici e islamici). Le dottrine contenute in questi scritti venivano spesso attribuite a Gesù per aumentarne la credibilità. Malgrado queste evidenti falsificazioni, non si può escludere che alcuni eventi storici, come apparizioni di nubi anomale o altre manifestazioni, siano stati descritti in questi testi, ma reinterpretati in chiave religiosa come fenomeni soprannaturali. L’ipotesi che avvistamenti di UFO siano stati interpretati come manifestazioni divine nel passato appare plausibile, se non certa; la descrizione di queste nubi volanti, probabilmente aggiunte a posteriori in molti testi parabiblici, è particolarmente dettagliata in un vangelo apocrifo di duemila anni fa. Conosciuto come “Il Transito della Beata Vergine Maria”, questo testo è attribuito, a ragione o torto, a Giuseppe d’Arimatea, figura vicina alla famiglia di Gesù durante la crocifissione, e noto per aver donato il telo della Sindone e custodito il Santo Graal. Il vangelo descrive minuziosamente la morte della madre di Gesù, narrando la visita di un angelo che preannuncia l’assunzione al cielo, senza specificare se in vita o dopo la morte. Al momento della dipartita, tutti gli apostoli, tranne Tommaso, vengono inspiegabilmente trasportati a Gerusalemme, davanti alla casa di Maria, su una nube, in modo simile ai “vimana” della tradizione induista. Giuseppe descrive lo stupore degli apostoli per questo trasporto istantaneo; Pietro commenta: “Nessuno sa perché siamo qui. Ero ad Antiochia e in un istante mi ritrovo qui.” Gli apostoli, sorpresi e privi di memoria dell’evento, sembrano essere stati “teletrasportati” sulle “nubi” (un aspetto che incuriosisce gli ufologi). Il vangelo prosegue descrivendo l’arrivo di Gesù, la morte di Maria e l’ascensione della sua anima verso il cielo, accompagnata da un bagliore intenso, un boato e un terremoto; tutti i presenti cadono a terra, paralizzati e incoscienti per un’ora e mezza, analogamente agli effetti fisici descritti in molti avvistamenti di UFO: rumori, luci, nubi e paralisi, con cancellazione della memoria, eccetto per il testimone oculare (Giuseppe). Ripresi dallo stato di stordimento, i discepoli, influenzati da Satana, valutano di seppellire o cremare il corpo. Optando per la sepoltura, assistono a un secondo evento straordinario: una luce celeste li prostra a terra, mentre il corpo di Maria viene sollevato in cielo da una forza invisibile e portato in Paradiso, secondo il racconto. I discepoli vengono poi riportati singolarmente alle loro località d’origine, sempre a bordo di una “spessa nube”. La narrazione dell’Assunzione non sembra frutto di fantasia; esistono altri due testi meno dettagliati, probabilmente ispirati ad eventi ufologici riletti in chiave mistica. L’episodio è stato tramandato nell’arte slava; una tavola pittorica del 1638 raffigura la Madonna trasportata in cielo, mentre gli apostoli volano su nubi a goccia. Il dipinto di Kozma, trovato a Piva, è di origine jugoslava, a differenza del vangelo di Giuseppe, presumibilmente ebraico; quindi, è improbabile che i due autori si siano copiati. Potrebbe essere che entrambi abbiano assistito indipendentemente ad avvistamenti di UFO, reinterpretando gli eventi in chiave soprannaturale, come reminiscenze di eventi divini passati? Kozma avrebbe riprodotto i sorvoli di UFO con iconografia mistica ortodossa; il suo dipinto è collegato ad un affresco dell’XI secolo a Ocrida. Altri dipinti simili, con la Vergine morente circondata da “angeli in astronave”, mostrano forme di nubi diverse da quelle di Kozma; nella Galleria Tretjakov a Mosca ne troviamo almeno tre, con diverse rappresentazioni delle nubi. Gli “angeli in astronave” non sono una costante nell’arte slava, e occasionalmente sono dipinti a goccia. Non essendo possibile stabilire un legame tra l’opera di Kozma e i vangeli apocrifi, dobbiamo assumere che questi episodi siano indipendenti e di natura ufologica. La paralisi dei testimoni e la cancellazione della memoria si trovano anche nel papiro Bodmer (“Natività di Maria” o “Protovangelo di Giacomo”), che narra come durante la nascita di Gesù, la gente di Betlemme e gli animali rimasero pietrificati. Giuseppe narra: “Guardai in cielo e vidi gli uccelli immobili; guardai a terra e vidi operai con le mani ferme; quelli che portavano cibo alla bocca, immobili; i volti di tutti erano rivolti al cielo. Le pecore, spinte innanzi, stavano ferme; il pastore aveva alzato la mano per colpirle, ma rimase sospesa. Poi, in un attimo, tutto riprese il suo corso… Sulla grotta della Natività, una nube splendente la copriva. Poi la nube si ritirò e apparve una luce accecante. Poco dopo, la luce si dileguò e apparve il Bambino.” Nel “Vangelo dello pseudo-Matteo”, una stella straordinaria brillava sulla grotta. La nube avrebbe portato in cielo Gesù durante un discorso in Galilea, secondo le “Memorie di Nicodemo”. La luce, secondo il “Vangelo di Pietro”, riporta via il corpo di Cristo dal sepolcro. Molte icone bizantine rappresentano l’Ascensione di Gesù in modo anomalo: il Salvatore vola in una forma ovoidale rossa (“mandorla sacra”), spesso con tre alettoni incandescenti; i discepoli sono prostrati a terra, coprendosi occhi e orecchi. Negli “Atti degli Apostoli”, l’Ascensione termina con: “La nuvola accolse Gesù, nascondendolo alla loro vista”. Anche la nascita di Gesù è rappresentata in modo singolare nelle icone: il Bambino sembra calato dall’alto, da una nube in un fascio di luce (es. mosaici di Dafni e Palermo). Queste rappresentazioni potrebbero essere state influenzate da scritti simili al “Vangelo dello pseudo-Tommaso”, che afferma: “Quando Zaccheo udì (Gesù bambino parlare) sbalordito, disse a Giuseppe: O Fratello, questo bambino non è nato su questa Terra; portalo via da me.” Anche la nascita della Madonna è associata ad un “concepimento sovrannaturale”. Giulio La Greca, incrociando i vangeli con il “Protovangelio di Giacomo”, scrive: “Dopo 41 giorni nel deserto, Gioacchino ricevette una visione di due angeli che gli annunciavano la nascita della figlia. La gravidanza di Anna fu oggetto di discussioni: concepimento soprannaturale o conseguenza di un rapporto precedente? La maggior parte degli studiosi dedusse che si trattò di una gravidanza angelica.” I rapimenti celesti sono spesso associati alle “ali di Dio”; Boaz accolse Ruth nella comunità ebraica come colei che era “venuta sotto le ali” di Yahweh. Il salmista descrive la discesa del Signore: “Egli salì su un cherubino e se ne andò; si librava su ali di vento”. I cherubini erano “carri celesti”. La Bibbia menziona una possibile astronave-madre come “rotolo volante” (Zaccaria 5,1-2), paragonabile a un rotolo di pergamena. Zaccaria (6,1) menziona quattro carri che emergono fra due monti, che salgono come nubi e sono come turbini. UFO e nubi sono costanti negli episodi veterotestamentari. In un’appendice etiopica del “Libro di Enoch”, si legge: “Vidi nel cielo una nuvola, ma a causa della sua profondità non potevo vedere la parte superiore; vidi fiamme e forme simili a montagne brillanti, che turbinavano”. Enoch interroga l’angelo: “Che cos’è quest’oggetto brillante? Non è il cielo, ma una fiamma di fuoco, con grida, pianti e sofferenza?” Nella “Torah”, Mosè e Giosuè videro il Signore nel tabernacolo nella colonna di nuvola. Nel “Libro dei Re”, Salomone disse: “Il Signore ha detto che Egli abiterebbe nella nuvola”. Nel “Secondo Libro dei Paralipomeni”, la casa di Dio fu riempita da una nuvola. La caligine ritorna nel “Libro della Sapienza”. Nell'”Apocalisse” di Giovanni, “una gran voce dal cielo disse: Salite quassù. E salirono in una nuvola al cielo”. Nell'”Apocalisse di Pietro”, “una grande nube bianchissima portò via Nostro Signore, Mosè ed Elia”. Nell'”Apocalisse di Baruc”, “una nube dal mare, piena di acque bianche, nere e di ogni colore, con qualcosa di simile al lampo”. Nella visione di Esdra: “Vidi un vento levarsi dal mare e una figura d’uomo volare con le nubi”. L’apparizione di Yahweh sul Sinai: “Ecco, lo scendo a te nel denso di una nube”. Nel “Protovangelio di Giacomo”, “una nuvola luminosa adombrava la grotta, poi apparve una gran luce”. Anche Eva vide una nuvola e una luce splendente. Isaia profetizzò che il Signore sarebbe venuto “su lieve nube”. Nel “Vangelo di Efrem il Siro”, “gli angeli eleveranno i santi sulle nubi”. In un’illustrazione del 1483, si vede una cometa con un corpo sigariforme coperto di stelle. Molti riferimenti ufologici sono stati individuati nell’Antico Testamento da studiosi come Erich Von Däniken e Ulrich Dopatka. Dopatka cita la visione di Giovanni nell’Apocalisse: “La Terra e il Cielo fuggirono”; descrive una città d’oro puro e il “trono di Dio” come una nave spaziale. Dopatka e Von Däniken sottolineano che il dio di Abramo si allontanava “levandosi in alto” (Gen. 17,22). Si appoggiano alla visione di Daniele: “un vegliardo, la cui veste era bianca come la neve e i capelli come lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono”. Isaia (13,5): “Vengono da lontani paesi”. L'”Apocalisse di Baruc” narra l’incontro di Baruc con un angelo che lo porta in cielo, dove vede uomini con volto bovino, corna e zampe di capra. Anche gli ebrei avevano i loro “vimana”.
Annarita Ferrara, consigliera comunale e provinciale, ha espresso la sua incondizionata solidarietà al sindaco di…
Studenti e ragazzi di Nocera Superiore avranno l'opportunità di partecipare a due distinte giornate, il…
Il Partito Democratico e Sinistra Italiana di Nocera Inferiore hanno espresso la loro piena solidarietà…
Un diciassettenne di Scafati è stato internato in un istituto penale minorile a seguito di…
Il Comune di Nocera Inferiore ha ottenuto un finanziamento di 10.000 euro dal Parco Regionale…
A causa di un improvviso malessere del cantautore, il gran finale del Nocera Jazz Festival,…