Salerno: Il Museo “Città Creativa” di Rufoli, un fulcro di arte e tradizione ceramica

Il Comune di Salerno ha sapientemente creato a Rufoli, cuore pulsante della produzione ceramica campana e vietrese, un importante polo culturale: il Museo “Città Creativa”. Situato lungo la strada che da Fratte conduce a Ogliara, questo centro municipale di sperimentazione e documentazione della ceramica contemporanea, nato nel 1997, rappresenta un progetto ambizioso di rilancio socio-economico e culturale della storica tradizione del “cotto di Rufoli”. La sua vicinanza alle antiche fornaci a fascine, recentemente restaurate dai fratelli De Martino, produttori di cotto secondo metodi tradizionali, ne sottolinea l’importanza. Rufoli, infatti, è da sempre la fonte primaria di argilla per i vasai della zona, una tradizione secolare che ha plasmato la storia del luogo. L’attività estrattiva e la lavorazione ceramica caratterizzano la zona di Rufoli e Brignano fin dall’antichità; il cotto costituiva la base dell’edilizia locale, dando origine, a partire dai laterizi semilavorati, alla rinomata scuola ceramica di Vietri sul Mare, ulteriormente arricchita negli anni ’20 e ’30 dal contributo di artisti tedeschi. La diffusione, a partire dagli anni ’50, di laterizi industriali più economici, seppur ha causato una contrazione della produzione artigianale, ha allo stesso tempo favorito una specializzazione in mattonelle e piastrelle, grazie allo sviluppo del settore ceramico vietrese. Oggi, le fornaci De Martino sono un’eccezione, custode di un ciclo ceramico a fascine ormai quasi scomparso, dalla cava alla finitura manuale di ogni singola mattonella. Il Museo “Città Creativa” si pone l’obiettivo di riscoprire l’identità culturale e produttiva del sito, promuovendo al contempo la creatività attraverso le botteghe artigianali comunali, assegnate a nuovi ceramisti, e le esposizioni di artisti, che arricchiscono costantemente la collezione museale con le proprie opere. L’amministrazione comunale ha voluto creare un “museo dinamico”, non un semplice contenitore di manufatti, ma un luogo vivo e partecipativo. La collezione, cresciuta grazie a donazioni di artisti, ceramisti e architetti, presenta opere che esplorano nuove tecniche, forme e cromie. Annualmente si svolge la Festa della Ceramica, ideata da Ilaria Di Giacomo, che coinvolge attivamente i partecipanti nella decorazione di manufatti in raku, antica tecnica giapponese introdotta in Occidente negli anni ’60. Il museo organizza laboratori per scuole e gruppi, inclusi scambi culturali con studenti californiani. Vengono inoltre proposti corsi di ceramica base e scultura (metodo Munari), oltre a corsi di disegno e decorazione su cotto tenuti dal maestro Marco Vecchio. Recentemente, il museo ha ospitato la retrospettiva “La valle delle rane”, dedicata al compianto Ugo Marano, promotore del museo stesso, seguita dalla mostra monografica di opere raku dell’artista Paolo Tommasini (dal 13 novembre, periodo natalizio), le cui opere saranno esposte anche all’Expo di Milano 2015. L’arte di Tommasini, incentrata sul tema della “città fragile”, unisce forme arcaiche a una visione moderna, come sottolineato da Pasquale Persico: “L’attualità delle forme si intreccia con linguaggi arcaici di civiltà lontane, forme apparentemente arcaiche che si mostrano come desideri di futuro, come ricerca del nuovo… La maestria sulla tecnica raku è sorprendente, il linguaggio è elegante, la tecnica specifica è raffinata, la modernità è evidente”.