Divorzio: urge una legge a tutela degli animali. L'appello di un avvocato

Con una decisione storica, la Corte costituzionale ha stabilito che la prole dovrà assumere quello di entrambi i genitori nell’ordine da loro stabilito, salvo che essi concordino nell’assegnarne uno solo
di Danila Sarno
Per la Consulta sono incostituzionali tutte le norme italiane che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre ai figli (siano essi adottivi, nati nel matrimonio o al di fuori di esso). Si tratta di una pronuncia storica che, almeno per quanto riguarda la scelta del cognome dei figli, pone uomini e donne sullo stesso piano, allineando la normativa italiana a quella comunitaria.
Per la Cassazione le intollerabili immissioni sonore del wc durante la notte provocano un danno morale per la lesione del diritto al riposo e alla normale qualità della vita, garantito dalla Costituzione italiana e dalla Cedu
di Danila Sarno
Attenti allo scarico del water troppo rumoroso: potreste dover risarcire i danni morali ai vicini per lesione del diritto al riposo. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 21649 del 2021, riconoscendo il risarcimento del danno morale subito da una coppia, a causa degli intollerabili rumori provocati durante le ore notturne dal frequente uso di un secondo bagno realizzato nell'appartamento confinante.
Nel rispetto del dovere di convivenza, solo dopo il provvedimento di assegnazione dell’immobile ad opera del giudice, si può impedire al proprio partner di accedervi. Sono fatti salvi gravi motivi, tra i quali rientra la violenza, ma non il tradimento
di Danila Sarno
Anche se si scopre di essere stati traditi, non è lecito cacciare di casa il proprio coniuge improvvisamente, senza prima rivolgersi al giudice. Come precisato dalla Corte di Cassazione nella sentenza numero 40383 del 2012, tale comportamento integra il reato di violenza privata e comporta una lesione del possesso. Il motivo? Chi viene buttato fuori dalla dimora familiare è privato del diritto a fruire dei propri beni.
A detta dei giudici italiani, commentare un post con emoticon come quella del pagliaccio, dell’escremento, del maiale e tante altre può assumere una portata tale da ledere l’altrui reputazione e superare i limiti del diritto di critica
di Danila Sarno
Al giorno d’oggi è necessario prestare molta attenzione nell’utilizzo dei social network. È infatti possibile commettere reato di diffamazione aggravata anche solo usando una semplice emoticon per commentare un post. Il motivo? Le piccole icone colorate, tanto diffuse nella moderna comunicazione elettronica, sono in grado di esprimere concetti ed emozioni in modo persino più efficace di parole o intere frasi. Si pensi, ad esempio, all’emoji di un pagliaccio, di un maiale, di un gabinetto o di un escremento: si tratta di immagini che sono evidentemente idonee a insultare ed offendere la vittima.